TERREDORA
Terredora firma la produzione di pregiati vini campani, apprezzata in tutto il mondo, la cui l'identità è, quella d'essere frutto pregevole della fantasia della natura che mani sapienti assecondano.
Walter Mastroberardino, nasce nel 1933, in una delle grandi famiglie del vino italiane e dedica tutta la sua vita alla promozione del Greco di Tufo, del Fiano di Avellino e del Taurasi, in quella che era l'azienda della sua famiglia d'origine. Quando oramai avrebbe potuto dedicarsi agli hobbies, una svolta imprevista e decisiva cambia la sua vita e quella della sua famiglia. Nel 1994, i due rami della famiglia Mastroberardino si dividono. Walter e i suoi figli, Paolo, Lucio e Daniela, decidono di intraprendere un nuovo percorso, iniziando a vinificare direttamente le uve della loro tenuta agricola e ad imbottigliare con il nome TERREDORA, voluto per essere una dedica a Dora Di Paolo, la donna che, con il suo impegno quotidiano, è stata l'anima di questa tenace famiglia, legata alla terra e ai valori che essa rappresenta. Oggi, con 180 ettari di vigneti di proprietà, Terredora è uno dei più importanti e prestigiosi viticoltori della regione e del Sud Italia, nonché custode di una delle più interessanti raccolte del materiale genetico dei Greco, Fiano e Aglianico. I vigneti, i cui siti sono stati attentamente selezionati negli anni, si caratterizzano per l'allevamento a guyot, per pendii accentuati, terreni argillosi, argillosi calcarei, per l'ottima esposizione ed insolazione, per il clima molto caldo, asciutto, ventilato, con poche piogge ben distribuite nell'arco dell'anno, e significative escursioni termiche. La cantina, posta a baricentro rispetto alle vigne, è incastonata, a circa 650 mt. s.l.m, nello scenario naturale di Serra di Montefusco, a dominio delle aree di produzione delle tre DOCG irpine. L'architettura moderna è stata voluta come segno dei tempi, ideale contrappasso della storia di Montefusco, antica cittadina già ricordata da Tito Livio con il nome di Fulsulae e dal 1581 capoluogo dell'Irpinia, all'epoca nota come Principato d'Ultra. Futuro e passato sono, dunque, inestricabilmente legati, l'innovazione è nel solco della tradizione, i vini sono fra i più pregiati nella regione.
Walter Mastroberardino, nasce nel 1933, in una delle grandi famiglie del vino italiane e dedica tutta la sua vita alla promozione del Greco di Tufo, del Fiano di Avellino e del Taurasi, in quella che era l'azienda della sua famiglia d'origine. Quando oramai avrebbe potuto dedicarsi agli hobbies, una svolta imprevista e decisiva cambia la sua vita e quella della sua famiglia. Nel 1994, i due rami della famiglia Mastroberardino si dividono. Walter e i suoi figli, Paolo, Lucio e Daniela, decidono di intraprendere un nuovo percorso, iniziando a vinificare direttamente le uve della loro tenuta agricola e ad imbottigliare con il nome TERREDORA, voluto per essere una dedica a Dora Di Paolo, la donna che, con il suo impegno quotidiano, è stata l'anima di questa tenace famiglia, legata alla terra e ai valori che essa rappresenta. Oggi, con 180 ettari di vigneti di proprietà, Terredora è uno dei più importanti e prestigiosi viticoltori della regione e del Sud Italia, nonché custode di una delle più interessanti raccolte del materiale genetico dei Greco, Fiano e Aglianico. I vigneti, i cui siti sono stati attentamente selezionati negli anni, si caratterizzano per l'allevamento a guyot, per pendii accentuati, terreni argillosi, argillosi calcarei, per l'ottima esposizione ed insolazione, per il clima molto caldo, asciutto, ventilato, con poche piogge ben distribuite nell'arco dell'anno, e significative escursioni termiche. La cantina, posta a baricentro rispetto alle vigne, è incastonata, a circa 650 mt. s.l.m, nello scenario naturale di Serra di Montefusco, a dominio delle aree di produzione delle tre DOCG irpine. L'architettura moderna è stata voluta come segno dei tempi, ideale contrappasso della storia di Montefusco, antica cittadina già ricordata da Tito Livio con il nome di Fulsulae e dal 1581 capoluogo dell'Irpinia, all'epoca nota come Principato d'Ultra. Futuro e passato sono, dunque, inestricabilmente legati, l'innovazione è nel solco della tradizione, i vini sono fra i più pregiati nella regione.
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